Trova un topo nella lattina di Pepsi, l’azienda lo smentisce: ‘Si sarebbe sciolto’
Di tanto in tanto arrivano dall’
America notizie su strani ritrovamenti all’interno di pietanze di vario genere e bibite di dubbia provenienza. Questa volta la notizia riguarda uno dei big del settore, la
Pepsi. Quello che è interessante, però, è la causa legale che si è sviluppata dopo il ritrovamento. Tutto comincia nel 2009 quando
Ronald Ball decide di bersi una bella lattina di
Mountain Dew, la gassosa della linea Pepsi.
Dopo qualche sorso, Ronald si accorge che c’è qualcosa che non quadra all’interno della
lattina. La macabra scoperta era dietro l’angolo, all’interno della lattina c’era un
topolino morto. Dopo aver accusato gravi conati di
vomito e problemi di vario genere, Ronald Bell decide di mettersi in contatto con un esperto della Pepsi per comunicare l’avvenuto. L’esperto in questione arriva sul posto veloce come un fulmine ed alle domande del cliente, che è ancora visibilmente scosso, risponde, “E’ impossibile, il
topo si sarebbe trasformato in gelatina se il racconto fosse vero”. L’esperto requisisce la prova e se ne va.
Ronald non si da per vinto e decide di muovere causa al colosso americano delle bibite, in cambio chiede “solo” 50.000 Dollari. La controversia legale si apre e la Pepsi si affida ai vegetali bromurati per spiegare la eventuale dissoluzione del topolino. Un ingrediente che in Europa è assolutamente vietato, ma che in America è parzialmente tollerato. La
causa legale ha creato una gran discussione, non tanto per il risarcimento in se che è “ridicolo” per l’azienda americana, ma per i problemi d’immagine che potrebbe creare. In un mercato dove la concorrenza è spietata, un problema d’immagine di questo tipo potrebbe creare molti più danni di una richiesta di risarcimento.
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